
Adolf de Meyer (1868 – 1946)
Il 29 maggio 1912, a Parigi, venne messo in scena il balletto L’après – midi d’un faune con una coreografia molto sperimentale per l’epoca di Vaclav Nižinskij.
L’opera a seguito dell’esperimento del coreografo che per il balletto si ispirò alle figure degli antichi vasi greci, ma soprattutto per una mimica finale che raffigurava un atto di autoerotismo, non ebbe fortuna e rimase in repertorio per pochissimi anni, cadde nel dimenticatoio e si pensò che fosse completamente perduto.
Eppure, grazie alla documentazione fotografica di Adolf de Meyer (1868 – 1946), negli anni ottanta la studiosa della danza Ann Hutchinson Guest riuscì a ricostruire tutti i passi dell’opera.
Nel fare questo utilizzò una delle sette copie, ormai rare, del libro fotografico che il francese fece a suo tempo sullo scandaloso balletto (ricordiamoci che la censura era quella dell’anno 1912).
Ad Adolf de Meyer e le sue fotografie, primo fotografo di staff a Vanity Fair, il Metropolitan Museum of Art di New York gli dedica la mostra intitolata Quicksilver brilliance: Adolf de Meyer photographs.
La mostra si concluderà il 18 marzo prossimo.